L’incidenza economica delle immobilizzazioni ed il processo di ammortamento nel controllo di gestione.
Introduzione
Le immobilizzazioni vengono identificate nei fattori produttivi ad utilizzazione pluriennale che svolgono una funzione strumentale all’interno dei processi produttivi aziendali.
Il loro scopo principale è l’utilizzo nella combinazione produttiva dell’impresa, e non la vendita o la trasformazione.
Le immobilizzazioni possiedono un potenziale produttivo che verrà ceduto in più esercizi, costituendo quindi una tipologia di investimento in fattori produttivi ad uso durevole.L’utilizzo pluriennale di tali fattori della produzione comporta un trattamento contabile particolare: il loro valore di acquisizione può essere a tutti gli effetti considerato un investimento da immettere nell’attivo dello Stato Patrimoniale, ed il loro utilizzo per più esercizi comporta quindi la valutazione nel Conto Economico di quote di ammortamento, ovvero quote di costo valutate in ragione dell’utilizzazione del fattore nell’esercizio amministrativo.
Normativa civilistica
La categoria delle immobilizzazioni si può scomporre in tre tipologie:
- Immobilizzazioni materiali
- Immobilizzazioni immateriali
- Immobilizzazioni finanziarie
Il D.Lgs 9 Aprile 1991 n. 127 ha recepito la quarta direttiva comunitaria n.78/660 sui conti annuali della società e prevede quindi uno schema, evidenziato dal Codice Civile, per le immobilizzazioni, in questi termini:
ATTIVO
B) I. Immobilizzazioni Immateriali
1) Costi di impianto e di ampliamento
2) Costi di ricerca, di sviluppo e di pubblicità
3) Diritti di brevetto industriale e diritti di utilizzazione delle opere dell’ingegno
4) Concessioni, licenze, marchi
5) Avviamento
6) Immobilizzazioni in corso e acconti
7) Altre immobilizzazioniB) II. Immobilizzazioni Materiali
1) Terreni e fabbricati
2) Impianti e macchinari
3) Attrezzature industriali e commerciali
4) Altre immobilizzazioni
5) Immobilizzazioni in corso e accontiB) III. Immobilizzazioni Finanziarie
1) Partecipazioni in: a) imprese controllate; b) imprese collegate; c) altre imprese;
2) Crediti, a) verso imprese controllate; b) verso imprese collegate; c) verso
controllanti; d) verso altre imprese;
3) Altri titoli
4) Azioni proprie
Il processo di ammortamento
Dopo l’acquisizione le immobilizzazioni hanno un tempo di permanenza nel sistema produttivo aziendale, incidendo in vario modo nelle valutazioni gestionali dell’impresa:
1) formazione di costi di manutenzione ordinaria e straordinaria;
2) accantonamento di quote a fondi di rinnovo impianti;
3) costi ad imputazione diretta quali costi delle ore lavoro del personale addetto agli impianti, costi di energia per il loro funzionamento ecc;
4) costi ad imputazione indiretta quali costi amministrativi generali;
5) costi relativi ad interessi passivi sul capitale di debito la cui formazione è imputabile all’acquisizione delle immobilizzazioni in esame;
6) formazione di fondi di svalutazione relativi a fenomeni monetari o di obsolescenza;
7) fatti straordinari accidentali cui sono collegabili costi di copertura di rischio (assicurazioni);
8) quote di ammortamentoIl processo di ammortamento rappresenta la forma principale di incidenza ordinaria ed è un fenomeno a contenuto essenzialmente economico.
L’incidenza economica del processo di ammortamento può essere analizzata sotto tre fondamentali aspetti:
1) l’ammortamento realizza un graduale trasferimento del valore dei fattori pluriennali sulle produzioni realizzate e sul risultato economico d’esercizio esprimendo costi di competenza da considerare per la valutazione del risultato economico e per il calcolo dei costi;
2) l’ammortamento rappresenta la graduale ricostituzione, attraverso i ricavi, delle risorse finanziarie impiegate nell’acquisizione dei fattori pluriennali;
3) l’ammortamento esprime, infine, una graduale diminuzione del valore delle immobilizzazioni permettendo la quantificazione del valore residuo da ammortizzare.
L’ammortamento non si accompagna ad una automatica reintegrazione economica dei fattori pluriennali, né con un vero e proprio accantonamento di valori liquidi da destinare al rinnovo degli investimenti pluriennali.
La reintegrazione finanziaria degli investimenti in fattori pluriennali si realizza attraverso i ricavi di vendita, nel momento in cui viene assicurata la copertura dei costi di esercizio, comprendendo tra i costi di esercizio le stesse quote di ammortamento.
Un attento controllo di gestione non si limita a calcolare ed imputare le quote di ammortamento, ma verifica la loro copertura con i ricavi conseguiti.
Un attento controllo di gestione considera una esatta valutazione del flusso finanziario dei ricavi di vendita in modo da permettere il rinnovo dei fattori pluriennali senza ricorrere in misura eccessiva a fonti esterne di finanziamento, ovvero ad eccessivo indebitamento.
Finalità del calcolo delle quote di ammortamento.
Le finalità del calcolo delle quote di ammortamento sono, in sintesi, i seguenti:
1) determinazione del reddito di esercizio, ovvero redazione del Conto Economico;
2) valutazione dei costi di produzione;
3) calcoli di convenienza economica di scelte gestionali.L’ammortamento, da in punto di vista contabile, è un processo di ripartizione del valore di acquisizione dei beni pluriennali in più esercizi amministrativi.
Questo presuppone la conoscenza di tre fondamentali elementi:
1) il valore da ammortizzare.
Esso è dato dal costo di acquisizione dell’immobilizzazione incrementato degli oneri accessori di acquisto.
2) durata economica, ovvero vita utile del cespite ammortizzabile;
3) criteri di ammortamento secondo criteri congetturati.
Il cash flow degli ammortamenti
La valutazione di quanto i ricavi siano in grado di coprire il valore degli investimenti in immobilizzazioni immateriali ed il loro rinnovo pone l’attenzione di come i ricavi conducano ad una trasformazione degli investimenti durevoli in attivo circolante.
Consideriamo la seguente esemplificazione di uno Stato Patrimoniale:
Attività Passività e netto
100.000 100.000
Supponiamo che nel primo esercizio si abbia un utile lordo di 20.000 (al lordo degli ammortamenti) e che a fine esercizio si iscriva a bilancio una quota di ammortamento di 10.000.
Alla fine dell’esercizio si avrà la seguente situaziuone:
STATO PATRIMONIALE immobilizz. mater. 70.000
immobilizz. immater. 20.000
immobilizz. finanz. 10.000-fondo ammortam. (-) 10.000
rimanenze 10.000
disponibilità liquide 10.000
mezzi propri 40.000 debiti 40.000
fondo TFR 5.000
ratei e risconti 5.000utile 20.000
ATTIVITA' 110.000
PASSIVITA' 110.000
CONTO ECONOMICO ammortamento 10.000 utile netto 10.000
-----------20.000
utile lordo 20.000 Si nota che gli impieghi hanno subito una variazione quantitativa e qualitativa.
La trasformazione quantitativa è dovuta all’accrescimento del capitale investito, dovuto all’utIle ottenuto: il capitale investito si è elevato da 100.000 a 110.000 a causa dell’utile di 10.000.
La trasformazione qualitativa è dovuta alla riduzione degli impieghi non numerari corrispondenti all’attivo fisso (immobilizzazioni materiali), il cui valore è decurtato per un ammontare pari a 10.000 a causa dell’ammortamento ed il corrispondente aumento degli impieghi numerari di cassa per 10.000. La liquidità segue quindi la seguente trasformazione:
Utile 20.000 Ammortamento 10.000 Totale 10.000
Questo flusso monetario prende il nome di cash flow.
In questo esempio prende il nome specifico di cash flow degli ammortamenti.
Pertanto il processo di ammortamento determina una graduale trasformazione dell'attivo fisso in disponibilità numerarie (ovvero liquidità).Via via che si procede con l'ammortamento negli anni successivi si viene a formare un fondo di liquidità virtualmente destinato al rinnovo delle immobilizzazioni tecniche.
Nella realtà gestionale il rinnovo delle immobilizzazioni tecniche non avviene alla fine del processo di ammortamento, ma gradualmente.
Il piano graduale di rinnovo delle immobilizzazioni tecniche ed il coefficiente di finanziamento interno
Nella realtà gestionale il rinnovo delle immobilizzazioni non avviene mai interamente al termine del processo di ammortamento, ma gradualmente nel tempo.
Osserviamo un esempio di cash flow destinato al rinnovo.
All'inizio del periodo amministrativo si ha la seguente situazione dello Stato Patrimoniale:
STATO PATRIMONIALE INIZIO PERIODO immobilizzazioni tecniche 80.000 -fondo ammortamento (-)10.000
rimanenze 20.000
liquidità 10.000
mezzi propri 30.000 debiti 40.000
fondo TFR 5.000
ratei e risconti 5.000utile 20.000
TOTALE 100.000 TOTALE 100.000
STATO PATRIMONIALE FINE PERIODO immobilizzazioni tecniche 85.000 -fondo ammortamento (-)20.000
rimanenze 25.000
liquidità 10.000
mezzi propri 30.000 debiti 40.000
fondo TFR 5.000
ratei e risconti 5.000utile 20.000
TOTALE 100.000 TOTALE 100.000
Dall'esempio riportato notiamo che il fondo ammortamento è aumentato di 10.000 ( relativo alla quota di ammortamento) mentre le immobilizzazioni solo di 5.000. Il rimanente ammontare di 5.000 è andato ad incrementare l'attivo circolante (rimanenze).
A questo punto è opportuno rendersi conto della destinazione dei flussi di cassa generati dagli ammortamenti.
L'indice di bilancio che ha maggiore capacità segnaletica in questa circostanza è dato dal
Coefficiente di finanziamento interno del rinnovo delle immobilizzazioni tecniche:
INCREMENTO IMMOBILIZZAZIONI TECNICHE
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QUOTA AMMORTAMENTO
Nell'esempio fatto si ottiene: 5.000/10.000 = 50%